Poesie di...
Stefano Parenti
Le notti di sale e d'argento
Quelle notti di sale e d’argento
che spiovono sul tuo volto
amareggiato
spolverano ricordi taciturni nel vuoto.
E ti sembra di sentire
Il filo selvaggio dell’anima
la strozzatura delle rondini
ammainate fra i rovi
la voracità delle cicale
che quando se ne vanno
scuciono l’estate.
Ma è tutto un’illusione
a chiave stretta del pensiero.
Forse l’avresti capito
se avessi mai sognato.
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E scorreva fra le unghie
- l’odio-
le vene bagnava
sature di sangue fresco
che a stenti coagulava.
Ma alla ricerca dell’uscita
trovasti un vetro ritratto
dove brindare la testa
-di un grido, il silenzio-.
L’asfalto scorrazzava
sotto i fianchi tagliati
della carreggiata
che la carne lasciava
disarmata.
Presi un tuo brandello
ne feci un alito di vita
insensata.
Nel grembo di chi ti amava
le seppie del ricordo
rivoltavano l’angoscia.
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Ologramma
Sei un ologramma
di pino
che quando si muove
finge il vento
cosi
quando parli
nascondi le labbra.
Stefano Parenti
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