martedì 30 aprile 2013

Le metafore di Fruttero e Lucentini ne La donna della domenica

Se esistesse o fosse esistito, come per la satira, un premio nazionale per la metafora, sicuramente Fruttero e Lucentini sarebbero andati più e più volte almeno in nomination. Ho provato a raccogliere le metafore che ho trovato ne La donna della domenica:
  • Henry James (uno scrittore di quelli che dovevi spingere come una bicicletta in salita)
  • Quel riflesso fulmineo, istintivo, di salvatrice, quel guizzo da domenica del corriere
  • La bambina restò impalata, con un’aria da monumento ai Caduti
  • Ci fu uno scambio di sorrisi come di fari a un incrocio
  • L’idea di doverlo disilludere adesso, di dover spegnere quel sorriso di principessa che si vede riconsegnare l’anello caduto in mare, gli dette un senso di oppressione
  • - Che c’è? – chiese piano, con la delicatezza dell’artificiere che disinnesca l’ordigno extra-parlamentare
  • nella tappezzeria a righe bianche e rosse, sbiadita come un pigiama da cronicario
  • disse [...] col tono umilmente filosofico di chi ha ordinato un tamarindo invece della solita Coca-Cola
  • era ben più facile che liberarsi di queste piccolezze formali, dure e insolubili come i calcoli renali
  • passeggiavano col passo avaro e dilatorio delle bambinaie, dei carabinieri in alta uniforme, e dei vecchi
  • aveva, oltre all’accento, anche questo di torinese: non si curava dell’effetto delle sue brusche battute, come se stesse sempre fuori dalla dimensione dell’umorismo
  • marciava tra quella piccola folla, dove non mancavano uomini ben più nerboruti e possenti di lui, con la sicurezza appena infastidita di un passante in mezzo a un nugolo di piccioni
  • Perché doveva vivere circondato da gente che gli spegneva sempre tutte le candele?
  • Uscì dalla 500 anche lui, come da un cassetto pieno di fiori secchi
  • si domandò Massimo, con la freddezza di Clausewitz
  • Col ronzio che faceva la 500 aperta, era come viaggiare seduti sopra una macchina da cucire
  • Anna Carla gli rivolse un sorriso che era una carezza da suora della misericordia
  • [disse] con l’aria di chi conta per la ventesima volta gli ultimi spiccioli
  • Attraverso le stecche delle persiane entrava una luce da esecuzione
  • Si sentiva come un tronco d’albero gettato sulla spiaggia, ripreso dall’onda, rigettato, ripreso, con una monotona, indifferente pendolarità che niente poteva spezzare
  • proseguì sicuro, con l’aria di chi si ritrovi su terreno asciutto dopo essere scivolato in un pantano
  • tutta la sua flemma speculativa gli cadde di dosso come si perdono i vestiti nei sogni
  • la poco raccomandabile cosca delle emozioni amorose
  • Era stupefacente come certe vergogne, certe vanità sepolte da vent’anni, fossero pronte a rivenir fuori come indistruttibili topi.
  • Il commissario [...] mise le mani nella borsa con lo stesso animo con cui avrebbe disinnescato una mina
  • Ma era come se lei fosse metà qui e metà chissà dove, come appunto i preti.
  • case alte e basse, vecchie e nuove, che parevano un gioco di costruzioni lasciato a mezzo da un bambino e scompigliato dal fratellino più piccolo.
  • Lui disse di sì col tono di uno che accetta la zuppa invece del pan bagnato
  • Ne era lei stessa consapevole, e felice in un modo anch’esso attutito, ovattato, come se le fosse appena nevicato dentro
  • gli esseri umani impegnati a tessere e ritessere le loro tremule, fortuite ragnatele da uno spigolo all’altro della vita
  • L’altro fece la faccia di chi cede a un bambino.
  • - A lei non si può proprio nascondere niente, – disse con una umiltà da schiaffi
  • Prese, senza sforzo, l’aria di un veterano cui l’esito della milleunesima battaglia non importa in realtà più niente
  • il commissario lo stava scrutando con gli occhi di un cardinale controriformista
  • parole, sue e altrui, fitte, pressanti, e subito disperse come pioggia nell’acqua
  • il braccio che descriveva un ampio semicerchio, come a mostrare una catena di montagne, un tramonto.
  • la città, spopolata e sprangata come in attesa dei barbari.
  • un cassetto richiuso con un fruscio di rosario sgranato
  • La sua espressione naturalmente aggrottata, come se avesse un chiodo piantato in mezzo alle sopracciglia
  • Le dita si strinsero due o tre volte attorno al binocolo come le zampe di un ragno in agonia
  • Il letto a baldacchino pareva ancora più enorme sotto il basso soffitto, come una stanza nella stanza o una gabbia per qualche misterioso, incorporeo animale.
  • Il tono era quello di chi ha ascoltato fino in fondo due venditori di enciclopedie
  • restò perfettamente immobile, il labbro preso tra i denti come un dito in una porta
  • Ormai, era come picchiare su un gatto schiacciato sull’autostrada.
La mia preferita è: La bambina restò impalata, con un’aria da monumento ai Caduti.

giovedì 25 aprile 2013

Antonio Machado

NUDA E' LA TERRA

Nuda è la terra, e l'anima
ulula contro il pallido orizzonte
come lupa famelica. Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
Amaro camminare, perchè pesa
il cammino sul cuore. Il vento freddo,
e la notte che giunge, e l'amarezza
della distanza...Sul cammino bianco,
alberi che nereggiano stecchiti;
sopra i monti lontani sangue ed oro...
Morto è il sole...Che cerchi,
poeta, nel tramonto?

Antonio MACHADO

Le sue poesie nel FORUM del Gruppo AdP