mercoledì 2 maggio 2007

Dal Forum

Poesie di...
Stenelo

PER QUEL CHE VALE:

Per quel che vale, voglio dirti
che nel tuo sorriso vedo
ridere le cose che ho più care:
il lavoro e la fatica,
la preghiera e il suo conforto,
il risveglio quotidiano delle cose.

Nel profumo che cattura
ancor oggi la memoria,
vedo spandersi i miei anni:
non è vero che col tempo
si guadagna di sapere
riconoscere gli errori.

Io del tempo speso insieme
vedo solo la dolcezza
del saperti innamorata,
il conforto di sentirti interessata
dei miei casi, il piacere
che mi hai dato e che ti diedi.

Vale a poco, non è ignoto
agli occhi miei: del futuro
non so niente, tranne solo
quel che manca: il sorriso,
il profumo e tanto tempo
speso bene, ma per niente.

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LA STANCA COMMEDIA:

Modena è il teatro dei miei sbagli:
mi ha guardato, indifferente, sputtanare
i miei tesori, affannarmi per riuscire
a conseguire quel che è peggio.

Per adesso non dev'essere finita,
credo, ancora, la commedia:
tendo orecchio con speranza,
ma non odo tuttavia
fischi, o applausi compiacenti.


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OSSERVAZIONE:

A me piace qualche volta
osservare la fatica innaturale
di chi spende di se stesso
per trovare dell'altrui.


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VANITÀ:

Il tedio ingravida la terra,
e di vane creature
votate a morte l'affatica il parto.


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SE DIO VUOLE:

Se Dio vuole, non mi è chiesto che d'amare.
Risvegliarmi ogni mattina col pensiero
al mio Signore che mi dona
di servirlo e di godere dei suoi doni.

Alla morte che mi attende, amica,
per gettare a terra il peso
che mi grava sulle spalle,
ed offrire al cuor la pace.

A mio padre, a mia madre e ai miei fratelli
che per anni sono stati il mio mondo.
Il cielo ci ha voluti insieme, per progetti
suoi, che non discerno e non so dire.

Alla donna che amo, e mi ricorda
quanto non mi sono sufficiente.
Il suo fascino ancor oggi resta
agli occhi miei il mistero più irrisolto.

Ai pochi amici, che divino sanno il perdono.
Non gli importa nulla dei miei sbagli
e li ritrovo sempre accanto,
angeli in terra del Signore.

Giungo a sera, e il mio solo pentimento
è stato aver amato poco,
a raffronto di quel tanto
che di amor mi è stato dato.


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ORGOGLIO:

Gesti che vogliono apparire naturali,
ma tradiscono celate ostilità.
Guardinghi guardiani delle proprie miserie,
che si vogliono inviolabili tesori.

Quando pensi a quanti al mondo ce ne sono,
di individui più che certi, come te,
di appartenere ad una schietta eletta,
vergognoso torni al fraterno gregge.


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SOGNO:

Molto spesso ti ho pensata ritornare:
dalla bassa risalire la collina
e affrontare, con pazienza certosina,
i tornanti, e mille cose da spiegare.


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ADDIO:

Vedi bene che comunque non aiuta
crogiolarsi nei ricordi, e confortarsi
col pensiero che alla fine sarai tu
a pentirti dei tuoi sbagli.

Non aiuta, perchè ancora
(e fino a quando?), non sopporto
di sapere la tua gioia,
di vedere come infine l'hai raggiunta.

Tutto quello che mi attendo
a ricompensa dei miei sforzi,
l'annebbiarsi progressivo
dei contorni del tuo volto.

                                                                                                    
Stenelo