domenica 27 agosto 2006

Pamparato 2006


Pamparato 2006

Poesie premiate



AZZURRO URAGANO

Sulla fredda battigia, ha perso il suo diario di bordo una seppia vestita di morte.
Negli occhi, pianto di cielo battente sull’ira, oscura, del mare
e intanto di vertigini abissi ov’è, orrendo, l’agguato silente del kraken (1)
E l’urlo d’avvinti nocchieri, col tepido sangue, s’intreccia.
Diluvio di granchi, storditi dal colpo dell’onda,
avvolge il mio tacito andare con drappi di alghe e di sale.
E’ di sale anche l’urlo, bruciante, dal vento
Che nel cuore dolente, sgomento, trabocca
Un salmodiare di fioche campane.
Camminare, oggi, costa fatica, sulla renna ripresa dell’aspra risacca,
e l’Eterno respira, palpabile Vita, nella sfuma infernale.
Sul flutto che cade e risorge, all’altalena sconvolta del mare,
alabastro di radi gabbiani, inseguiti dal brontolio del tuono, incrocia
le rotte più arcane e sommesse del nostro pregare.
Nel baratro dell’anima stanca è violento mugghiare
Il cigolio, sottile, del tempo che messale dei giorni scompiglia.
Fra tremule reti e fanghiglia – Matteo innocente – con agile mano
ruba spruzzi e conchiglie all’azzurro uragano.
Tappeti di madida sabbia e ansiose file di barche in burrasca.
Il ventre dell’umile seppia è un candore lontano.

(1) kraken = Gigantesca piovra che, secondo la leggenda, riesce con i suoi tentacoli a strappare i marinai dalle navi.


Giovanni GALLI
Primo Classificato Assoluto
Una Poesia per Pamparato ed. 2006




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SICUMERE

Assordante bazar
di ciarpami colorati,
stipato
da insulsa gente.
S’intrecciano
alla crocevia delle illusioni
gli inutili pensieri.
Pagine morte
riportano
diagrammi
di tristi inganni.
Cuori stanchi
pulsano
in aritmie
di inverecondi desideri.
Scorrono
visioni diafane
di ombre fugaci;
mentre onde di colore
s’infrangono su scogliere d’indifferenza.
Tacciono
le effemeridi interpellate

Giuseppe PEROSINO
Secondo classificato





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A RIEMPIR DI MANI LE MANI

E adesso ti porterò
sopra colli avvolti da nebbie pittrice,
a conservare la maestra di caligine
che tesse vapore nei raggi senz’ombra
pianti di uomini che non sanno dissolverla.

E adesso ti porterò
dove si può respirare seta
e le figure si lasciano sedurre
come lievi danzatrici di fumo, leggere,
simili a dita intendete nell’olio
che scorrono veloci su vetro,
senza una strada da scegliere,
libere di vagare.
E sognare.

E adesso ti porterò
dove la terra bruciata dal sale guarisce e la neve s’appoggia garbata,
come un lenzuolo su giovani spalle
che il fresco gentile indossa
e via via si scioglie
in un abbraccio bianco d’aprile.

E adesso ti porterò
ad ascoltare canti distanti
tra le luci e colline, sfumate, sopite, zittite d’incanto
quando saremo ad afferrarci su prati tremanti.

E noi,
tra stinti profili di valli
e bagliori di cristallo che perdono e oscillano
aggrappati a nuvole finte.
Lontani.

A riempir di mani le mani.

Massimiliano ZULLI
Terzo classificato





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Andare via

Andare via
senz’aver detto tutto,
senza spiegare in qualche modo
il filo indivisibile
dei giorni
che non fermano il domani.
Voltare soltanto pagina,
scansare, con noncuranza,
l’assedio della parola
scabra e veemente
in fondo al rigo,
frastornare, per finta,
il buio senza contrasti
che prende in pegno
con delicato strazio.
Accatastare desideri
inconclusi,
filtrare ricordi
arrivati all’acme,
consumare rimorsi
aggrovigliati sottopelle.
Spartire i silenzi
e gli sguardi e il dolore
nel rimpianto vuoto
degli occhi.

Bruno LAZZEROTTI
Segnalazione per merito






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Spia

Pochi lampi
dai tuoi occhi.
E io attendo.
Dimmi:
Vattene. Ti amo.
Ti odio. Resta.
Mi piaci. Però.

Avverto
silenzio.
Ti hanno
saccheggiato di miele,
lo so.

Non so riscattarlo
se non rischi,
se non sposti
il re o la regina
dalla scacchiera
inchiodata.

Fiorella BAUDENA
Segnalazione per merito




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ACROSTICO

Pamparato terra svenduta, Pamparato
terra lontana, Pamparato terra da farina nera
Pamparato terra sfiorata dall’Occitania la nazione
che non c’è.
Amata Pamparato, dalle trattorie dell’assurdo
dove trovi al tempo fumanti polente e spuria
frugalità
Montagne di Pamparato che vogliono essere nevose e
sportive, sono invece solo montagne belle, da vedere :
non taroccatele di impianti.
Patate violacee, patate di Pamparato, colori che
spiazzano e intrigano, accecano e divertono.
Amare la farina di melega, vera, docile e duttile:
biscotti e torte, sapori veri, pieni.
Ritornar bambini a Pamparato, giocando e correndo
tra ripide stradine con fiato grosso su scalini verso
il cielo
Amare il legno e l’intaglio, cesello lontano
di mestieri sopiti.
Trovare il silenzio a Pamparato. un silenzio diverso
il silenzio vero, un silenzio rotto dai passi di un gatto
che salta veloce su comignoli che fumano.
Ottemperare ad un codice non scritto: da Pamparato non si
passa, ci si deve arrivare, ma in punta di piedi per non
disturbare il silenzio.

Attilio SCOTTI
Segnalazione per merito








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Certamen di Poesia,
Pamparato 2006



POESIA N. 1
ANCORA

Lasciami
sprofondare ancora
nella dolce follia
del tuo sorriso da squalo
che qualche volta sorprendo
su volti sconosciuti
mentre il tempo cancella
la luce ormai remota dei tuoi occhi
e il suono segreto della tua voce.

FREDA MARIA



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POESIA N. 2
A MIO PADRE

Dolore
smarrimento
pensieri bui
sconforto
confusione

il pensiero che corre sulle ali dei ricordi
il ricordo che riaccende una luce
luce che rischiara la speranza
speranza del giorno che ci rivedremo
consapevolezza che ora non sei più
ma un dì saremo ancora.

ANSALDI PATRIZIO



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POESIA N. 3
GIOCO
(Maddy e Meme)

Soffiavi vita
tra dita scivolose…
gocce impalpabili,
arcobaleni trasparenti,
diventavano grandi,
si dilatavano,
inconsistenti.
Io ridevo:
due bambine.

Sapevamo che
i sogni
possono crescere
fino a lacerarsi
senza portar dolore.

BAUDENA FIORELLA




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POESIA N. 4
SOTTO IL CIELO INCERTO

Il segreto dello sguardo umano
è racchiuso nelle Tue mani,
preziose armi ignare
del mistero di queste anime,
immerse e legate immortali
nelle emozioni di sempre,
sotto questo cielo incerto,
in questo avido presente,

nelle rughe imperfette del Destino.

BELLONE SIMONA




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POESIA N. 5
SENTIMENTI

Caldi perché veri,
di un peso che brucia
in un corpo freddo.
Perdono il senno
così sono e devono,
loro reali vincitori
tutti di loro pauriti.
Un fuoco dentro
dall’alluce al cranio,
vampano calori e colori,
un attimo per ore
che scoccano lente,
veloci nel tempo vissuto.
Muoiono col calore, masse,
corpi verso il senso….
Veri, tangibili e caldi,
così sono, così devono,
ove lo stoico rifiuta,
ove psiche si scioglie,
toccati da caldi sfiorii,
è l’irragionevole scintilla
per l’uomo che prova,
in un incendio del se,
conducono l’Ulisse,
da Laerte ad Itaca
a bagnare il fuoco loro
in fiumi di lacrime
che liberano le fiamme d’anime!

MEISTRO GIOVANNI




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POESIA N. 6
MATITA

Una matita
un segno, un sogno, un’idea.
Matita, piccola maga,
in cui ogni piccolo,
formidabile gioco si trasforma.
Matita,
custode di tanti segreti
ecco…rallegri d’incanto
il foglio bianco,
bianco come la vita
ancora tutta da scrivere;
come la vita di un bambino!
Scrivi!
Disegna solo gioia
per quel bimbo
che piano diventa grande.
Amica, scrivi cose gradite
a cuore di bimbo.
Scrivi!

BERTAINA SERENA,
II PREMIO




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POESIA N. 7
PENSIERI SPARSI

Osservare
il volo di una rondine
e sperare
riporti la primavera.
Specchiarsi
negli occhi di un bimbo
che rincorre felice
l’aquilone della fantasia
e sognare
oasi di pace.
Scrutare
il volto di un vecchio
solcato
dalle rughe del tempo
e ricordare
memorie passate.
Cogliere
una rosa scarlatta
tra spini pungenti
e donarla
in un gesto d’amore.
Sedersi
sulla cima di un monte
e affidare al vento
desideri nascosti.
Estasiarsi
davanti
ad un tramonto infuocato
ed invocare
una dolce sera.

PEROSINO GIUSEPPE




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POESIA N. 8
INTROSPEZIONI

Sogni tarpati, progetti abbandonati dietro le sbarre
prigionieri di un minimalismo impantanato nella banalità.
Introspezioni severe tra i sentieri dell’io insonne,
fino alle viscere annodate da scrupoli ingenui
che s’emozionano ancora all’accenno d’un sorriso.
Cerco un barlume evaso dal buio
che risvegli i leoni che mi dormono dentro;
responsi tremendi come pugnali inghiottiti
che squarciano equilibri precari, ormai compromessi.
E voi sciamani confusi nella nebbia; quando v’incontrerò?
Sara domani? Forse. Entro i limiti della sera,
nei dorati contorni d’un tramonto infuocato.
Io, guaritore delle mie ingiocondità
taumaturgo d’incertezze cristallizzate nei dogmi,
tra i crismi di verità dissepolte
celate nelle piazze torturate dal sole d’agosto;
una fontana solitaria piange piano
mentre il meriggio dilunga stancamente le sue ombre.
Ma è nell’incanto del nuovo giorno bambino
che la malinconia si scioglie, svanisce
come bruma notturna che si dissolve al sole del mattino.

PIZZUTO GAETANO





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POESIA N. 9
RICORDI

Ricordo una rigida
sera invernale
mi trovavo
al dolce tepore
nella stalla a vegliare.
Ad un tratto udimmo
il cane abbaiare
ed alla porta bussare.
Era il signor Podestà
che veniva a chiedere
un grande favore a papà.
Al comando nazista
si dovevano recare
per implorare il rilascio
degli ostaggi
che si trovavan gelidi
su un balcone
destinati ad essere fucilati.
Il paese dovevano incendiare
per vendicare due nazisti
che non si riuscivano a trovare.
Con calesse e cavallo
partirono armati
di buona volontà e coraggio
a lor rischio concordare
le due nemiche estremità.
L’esito fu appagato
con il rilascio degli ostaggi
e tutto il paese risparmiato.
Eri valoroso e grande, grande papà.

PRATO CATERINA





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POESIA N. 10
STORIE DI EMIGRANTI

La famiglia è riunita
intorno al focolare;
sul povero desco
un tozzo di pane da rosicchiare,
accanto una ciotola di minestra appena tiepida.

Un pianto di bimbo desolato,
le mani del nonno
abbruttite dalla fatica
intente a sgranare il vecchio rosario…
fan da cornice al mesto quadretto.

Un pensiero balena improvviso,
accende la mente del padre,”…partire si deve,
troppe le bocche da sfamare,
è arrivata l’ora di cercar fortuna…”.
Una notte agitata
sogni convulsi,
la decisione…giacca in spalla,
poche monete…si parte per un lungo viaggio,
senza una meta certa.

L’America è lontana, ma si deve partir!

Giorni di desolazione, di pianto,
di coraggio per chi resta in attesa e…
deve lottare sempre di più.
Finalmente una cartolina,
la prima e l’ultima, poi il silenzio sempre più cupo.

I bimbi son cresciuti,
la fatica li ha piegati senza pietà
sotto al giogo di un amaro destino,
la povera donna sempre ha lottato e sperato…
di rivedere un dì l’uomo tanto amato.

Il silenzio l’ha fatto prigioniero,
chissà dove, chissà quando, chissà perché…
la grama vita sui monti per un attimo l’ha fatto sognare…,
ma nel vecchio casolare l’unica certezza
è la tristezza che ha varcato la soglia in quel lontano dì.

CAMAGLIO PIERA






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POESIA N. 11
NEL MONDO INTORNO A NOI

Imprigionati nel mondo intorno a noi
tra fili di una gabbia senza exit
per ridere di fronte al niente
di gags pubblicitarie
e piangere per una soap senza fine
deglutendo cibi e ipocalorie.
Amaro è naufragar sull’isola, neo-Crosue
video sorvegliati da schiere di voyeurs.
Incontrarsi al centro commerciale,
comprare firme agli outlet,
comunicare i www punto nome punto it.
Protetti dalla privacy eppur spiati,
osservati, catalogati.
In questo mondo che comunque ancora
gira intorno al proprio asse,
oltre la cupola indorata
calligrafata di sintetici messaggi,
c’è qualcosa che somiglia sempre più
a una catastrofe annunciata.
Quanto ci umilia la pazzia dell’animale,
i bambini che mai saranno padri,
il terrore della morte chiuso nella stia,
l’orrore che ha imbrattato
la leggera bellezza del volo
sul sentiero dei ritorni.

MANTISI CRISTINA






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POESIA N. 12
FLASH

Riposo profondamente.
Il guanciale biancolatte
profuma di sogno.
Improvvisamente il passaggio
sul cuore di una figura:
mio padre
bello, vivo, luminoso.
Scoppio in pianto,
lo afferro e lo bacio.
Sorride ancora,
mi porge la mano e fugge.
È bastato un flash a rendermi felice.

VACCHETTA FLAVIO





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POESIA N. 13
COLPO DI SPUGNA

Ansie e paure dentro il mio cuore, l’incertezza del domani che sognavo,
che credevo, che speravo felice.

Illuderti che ci sia amore, tendo la mano ma non l’afferri, forte
nell’orgoglio, debole nel cuore.

Mille segreti racchiusi nel tuo cuore, infinito il dolore nell’anima
e nella mente.

Le lacrime rigano il volto, il cuore infranto, il tempo scorre e la mente

vola alle mille promesse mai mantenute, ai finti baci, alle finte carezze,
al finto amore.

Indietro non si torna, bastasse un colpo di spugna per tornare a sognare,
per tornare a sperare, per poter amare.

MAINERO JOLANDA





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POESIA N. 14
Senza titolo

A volte abbiamo una forza che può assoggettare il mondo
e subito dopo siamo divorati dall’incertezza
di non potere conquistare
di dover rivedere ciò che si è provato a dimenticare
con l’unica certezza di non essere mai in grado di abbandonare.
Appare bella qualsiasi creatura purché non umana
perché lontana dai tormenti della coscienza e dei ricordi.
E se nella natura vediamo racchiudersi la perfetta geometria del bello
nel nostro animo dilaga la consapevolezza del destino
che per il giovane è imprevedibile avvenire
per l’uomo l’unica strada possibile al soddisfacimento del proprio dovere.

MATERNINI LORENZO





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 POESIA N. 15
QUANDO

Quando sol per volare avrai bisogno d’ali.
Quando per perdonare pretendi delle scuse.
Quando per ringraziare vuoi aver già ricevuto.
Quando per dare agli altri darai sol se t’avanza,

verrà il momento di dimostrar se vali,
e se ti fai domande risponderanno accuse
e mentre ti stai cercando senti d’aver perduto,
lascia che parli il cuore: ti ridarà speranza…

e non aver paura perché c’è ancora tempo,
basta solo aver voglia, la voglia d’imparare…
anche se sarai vecchio potrai donare tanto
avendo ormai capito che basta solo amare…

TARUFFI TINTI GRAZIELLA






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POESIA N. 16
COSI'… SEMPLICEMENTE

Uno sguardo
Un sorriso
Una parola

…e piegherai l’albero
che nasconde il cielo.

VOARINO GIUSEPPE,
III PREMIO





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 POESIA N. 17
MARINELLA

Ti cercheremo ancora,
seduta e serena
sotto l’abbraccio
di quel tiglio
che mille volte
ha raccolto
i tuoi sorrisi.
Sei scivolata via,
leggera, silenziosa,
discreta
come sempre.
Sentiremo ancora,
Marinella,
il leggero fruscio
della tua voce,
compagno
di mille anni di vita
e di dolci
sere d’estate.
Ti cercheremo ancora,
come se nulla
fosse cambiato,
per sentirti
più vicina di allora,
e più viva che mai.

ODASSO PAOLO,
I PREMIO