Una Poesia per Pamparato
edizione 2004
La Giuria Ufficiale del Premio "Una Poesia per Pamparato"
nelle persone dei Dotts. Luciano Gallino, Graziella Granà, Emiliano Moncia, Luca Necciai (presidente), Eraldo Odasso (coordinatore)
all'unanimità ha proclamato vincitore assoluto di questa XVII edizione
Giovanni GALLI di Savigliano CN
con il componimento "Certe ore"
al secondo posto si sono piazzati ex-aequo:
Cristina MANTISI di Savona ("Favola triste") e
Paolo ODASSO di Mondovì CN ("Via Molino")
al terzo posto, parimenti ex-aequo:
Alessio RIZZELLO di Lecce ("Emozioni d'inchiostro trasparente")
Franco ROBALDO di Lodi ("Croci -a Sarajevo-"),
Stefano TONELLI di Milano ("Il compleanno")
Sono stati inoltre giudicati meritori di segnalazione i componimenti di:
Carla PARODI di Calosso AT
Jolanda PETTINARO di Olbia SS
Sergio ZANOCCOLI di Bovolone VR
PUBBLICATE A QUESTO LINK
TUTTE LE POESIE PREMIATE
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CERTE ORE
Certe ore Rex (ansante) ti osserva e, lungo il grano, passa nessuno.
Nessuno passa, chè il pennino aguzzo del sole
rado il ciglio raschia e la carta incide (candida) del cuore.
Se dalla cascina dei Franco, certe ore, sbucasse di botto un trattore
e, con fragori crescenti, in saluto ci alzasse una mano,
morderemmo (pazzi e roventi) grani di polvere, ma -sorridenti- penseremmo lontano.
Lontano, certe ore, è oltre l’azzurro pennacchio di scarico
che, silenzio tornato, nel ventre del nuovo granturco dilegua
e (supìno) più non ha il rimorchio colore o sussulti, ma fuga di rapida rondine.
Rizza il pelo Fama e (inesausto furore) esige, ancor latrando, arcane parole d’ordine.
Lontano, certe ore, è oltre le spighe gialle di Lino,
ove notti stellate compassi dirigono mùrmuri di vento
(falangi buie di sogni e di paure)
e, a terra, punte infiggono d’argento magie d’agognate mietiture.
Lontano, certe ore, è bronzeo l’uomo (o un dèmone iroso)
che, nel fosso melmoso, affonda possente vangata e l’estrae pesante
e solo sai chi è se indovini dove la terra (di fresco rullata) fosco ha confine.
Lontano, tra fiamme d’ortiche assassine,
è -su tremuli pioppi- di trasparenti ronzii un velo
che (di vergine miele rabescato) alate regine ha incoronato
e (se il giorno è più luce) circolari d’api danze conduce, certe ore,
a fonti vive di nèttare e d’amore.
Lontano, certe ore, è il passo di Renard che, terso sommesso il pianto delle paratìe,
mai doma cercando va (nel brullo gerbido dei secoli) un rosso filo che a vigne solatìe
la conduca (subdola e sgusciante come un tòpo)
e (forte) famelico in un niente il balzo innalzi (suo finalmente) all’odiato grappolo di Esòpo.
Certe ore, affilate ardono auree stoppie e, lungo il campo lontano, passa nessuno.
Nessuno passa lontano, chè il pennino aguzzo del sole
rado il ciglio raschia e la carta incide (candida) del cuore.
Giovanni GALLI
Savigliano CN
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Certamen
poesie premiate
Sera di settembre nella cucina…
…salutare perché il profumo delle castagne sul fuoco riscalda il cuore,
…fumosa perché la legna nel camino è sempre scoppiettante,
…allegra per le risa dei ragazzi in attesa delle paste di meliga,
…materna perché le donne vi lavorano da anni pazientemente,
…antica perché abitata da diverse generazioni,
…luminosa per i sorrisi dei nonni durante le veglie,
…riposante perché vi si recuperano le forze,
…calda perché il caffè di ghiande è sempre pronto,
…viva perché la famiglia è raccolta intorno alla tavola,
…accogliente perché racchiude gli affetti più cari,
…profumata perché sulla stufa sta cocendo il fugazin di patate,
…tranquilla perché i più piccoli sono stati messi a letto,
…silenziosa ora tutti sono a riposare,
…vuota i ragazzi hanno intrapreso la loro strada,
…piena…solo di ricordi.
BARBARA RUARO
(I° Premio Certamen di Poesia - Pamparato 2004)
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AI MIEI FIGLI
Se un giorno parlerete, per caso,
di una donna che tentò di saltare
voragini alte su baratri fondi,
che vinse battaglie contro il nulla…
- Sfidai le delusioni! -
Scordate la mia lotta quotidiana,
la corsa già perduta contro il tempo,
non ricordate questa mia stanchezza,
occhiaie scure, rughe sulla fronte.
- Ricoprii lo specchio! -
Ricordatemi mamma, coi miei figli,
frutti della mia vita appesi al seno,
ogni gioia, ogni dolore, incisi,
giorno e notte ancorati al mio cuore.
- Tornai bimba con loro! -
Come una gatta ho fatto le fusa,
desiderosa di qualche carezza,
la tenerezza mi è stata negata,
ma nessuno può uccidere i sogni.
Il mio accento, nel coro stonato,
sì è alzato, più alto, più forte,
e in poesie dai mille bagliori,
ho svelato del cosmo l'incanto.
- Vidi sbocciare fiori! -
Farfalla dai cento colori io volo,
assalgo sola il turbine dei venti,
mi scopro felice ogni volta che
torna tenue fra i glicini il viola.
- Colorai le parole! -
In versi di poesie senza valore
c'è un universo tutto da scoprire,
ogni stagione dona le sue gemme,
se sai sperare e credere ad amore!
PIERA ALLOATTI
(II° Premio Certamen di Poesia - Pamparato 2004)
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L'URLO
Gridano i giovani
parole ad effetto
per le strade, ovunque,
nelle scuole
più che la gioia
il loro grido
somiglia a un pianto.
Gridano forte ogni cosa
i loro suoni
sono rumori assordanti
che rimbomban nel petto
gridano il sesso di rabbia
per non saper cosa vuol dire amore.
Gridano contro le guerre
dei grandi
per coprir l'amarezza
delle liti in famiglia
contro il maestro
che parla da solo
contro il mondo
creato dagli altri
che non sanno spiegare
a cosa serve star qui
sulla Terra aspettando la morte.
Se un Dio c'è
è di un'altra generazione.
Gridano i giovani
per coprir col rumore
la paura di poter sentire
dentro
l'angoscia del vuoto.
CRISTINA MANTISI
(III° Premio Certamen di Poesia - Pamparato 2004)
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