giovedì 7 gennaio 2010

Dal Forum

Poesie di...
Filippo Pesaresi


Il mio Vecchio asilo abbandonato

Una stanza illuminata,
il muro sporco
e macchiato di scritte,
che s’affaccia al mare;
una scuola, una classe
abbandonata di un vecchio
asilo diroccato, impolverato.
I colori opachi, scoloriti
da un’aria fredda,
tonalità briose, invecchiate.
E da fuori un edificio
indebolito dal tempo,
frantumato, scarno.

Un tempestivo
susseguirsi di ricordi,
di risa, di giochi, di voci,
e un raggio di sole
che sorpassa la finestra
mezza scardinata,
ferma il tempo;
e s’innesca un sorriso:
una geometria del passato,
un meccanismo ricorrente.

20 marzo 2010





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L’oceano strano

Dinnanzi un’atmosfera cupa
rivestita d’ansiosa nebbia
sotto uno spesso smalto di nubi:
e d’inquietudine si tinge
questo aspro, lungo pomeriggio.
I poggi diventano oasi
bagnate da bruma passiva:
spunti di promontori strani.
E ci s’inabissa dentro il cuore,
un sopruso sentimento ardito;
e si bagna il mare
di una prima, inibita pioggia.
Le prime luci sfuocate dei lampioni
evidenziano quel fosco, tonico,
di un colore spento, quasi ironico.
E se scendono le tenebre, stasera
la caligine s’infittisce e il buio
si rassegna a quell’oceano strano.

7 gennaio 2010






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Visione sinistra del bosco


Invece la noia resta;
e cala presto la notte
e scivola il vento:
scompiglia la nebbia.
Tutto rimane immobile,
l’odore rugginoso
di un sole spento,
di un cuore rauco.
Un serrato orgoglio
di essere vite
d’uva appassita;
uno squarcio d’angoscia
che guarda il freddo.
Un unico colore acerbo
ricopre il mondo,
un tonfo cupo
nell’acqua ghiacciata,
un azzurro rigido.
Un affannoso respiro
che ricuce il vuoto,
è tacito fulcro
carico d’ansia
d’un bosco spoglio,
invernale,
dipinto di grigio.


20 gennaio 2010


Filippo Pesaresi
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