- Henry James (uno scrittore di quelli che dovevi spingere come una bicicletta in salita)
- Quel riflesso fulmineo, istintivo, di salvatrice, quel guizzo da domenica del corriere
- La bambina restò impalata, con un’aria da monumento ai Caduti
- Ci fu uno scambio di sorrisi come di fari a un incrocio
- L’idea di doverlo disilludere adesso, di dover spegnere quel sorriso di principessa che si vede riconsegnare l’anello caduto in mare, gli dette un senso di oppressione
- - Che c’è? – chiese piano, con la delicatezza dell’artificiere che disinnesca l’ordigno extra-parlamentare
- nella tappezzeria a righe bianche e rosse, sbiadita come un pigiama da cronicario
- disse [...] col tono umilmente filosofico di chi ha ordinato un tamarindo invece della solita Coca-Cola
- era ben più facile che liberarsi di queste piccolezze formali, dure e insolubili come i calcoli renali
- passeggiavano col passo avaro e dilatorio delle bambinaie, dei carabinieri in alta uniforme, e dei vecchi
- aveva, oltre all’accento, anche questo di torinese: non si curava dell’effetto delle sue brusche battute, come se stesse sempre fuori dalla dimensione dell’umorismo
- marciava tra quella piccola folla, dove non mancavano uomini ben più nerboruti e possenti di lui, con la sicurezza appena infastidita di un passante in mezzo a un nugolo di piccioni
- Perché doveva vivere circondato da gente che gli spegneva sempre tutte le candele?
- Uscì dalla 500 anche lui, come da un cassetto pieno di fiori secchi
- si domandò Massimo, con la freddezza di Clausewitz
- Col ronzio che faceva la 500 aperta, era come viaggiare seduti sopra una macchina da cucire
- Anna Carla gli rivolse un sorriso che era una carezza da suora della misericordia
- [disse] con l’aria di chi conta per la ventesima volta gli ultimi spiccioli
- Attraverso le stecche delle persiane entrava una luce da esecuzione
- Si sentiva come un tronco d’albero gettato sulla spiaggia, ripreso dall’onda, rigettato, ripreso, con una monotona, indifferente pendolarità che niente poteva spezzare
- proseguì sicuro, con l’aria di chi si ritrovi su terreno asciutto dopo essere scivolato in un pantano
- tutta la sua flemma speculativa gli cadde di dosso come si perdono i vestiti nei sogni
- la poco raccomandabile cosca delle emozioni amorose
- Era stupefacente come certe vergogne, certe vanità sepolte da vent’anni, fossero pronte a rivenir fuori come indistruttibili topi.
- Il commissario [...] mise le mani nella borsa con lo stesso animo con cui avrebbe disinnescato una mina
- Ma era come se lei fosse metà qui e metà chissà dove, come appunto i preti.
- case alte e basse, vecchie e nuove, che parevano un gioco di costruzioni lasciato a mezzo da un bambino e scompigliato dal fratellino più piccolo.
- Lui disse di sì col tono di uno che accetta la zuppa invece del pan bagnato
- Ne era lei stessa consapevole, e felice in un modo anch’esso attutito, ovattato, come se le fosse appena nevicato dentro
- gli esseri umani impegnati a tessere e ritessere le loro tremule, fortuite ragnatele da uno spigolo all’altro della vita
- L’altro fece la faccia di chi cede a un bambino.
- - A lei non si può proprio nascondere niente, – disse con una umiltà da schiaffi
- Prese, senza sforzo, l’aria di un veterano cui l’esito della milleunesima battaglia non importa in realtà più niente
- il commissario lo stava scrutando con gli occhi di un cardinale controriformista
- parole, sue e altrui, fitte, pressanti, e subito disperse come pioggia nell’acqua
- il braccio che descriveva un ampio semicerchio, come a mostrare una catena di montagne, un tramonto.
- la città, spopolata e sprangata come in attesa dei barbari.
- un cassetto richiuso con un fruscio di rosario sgranato
- La sua espressione naturalmente aggrottata, come se avesse un chiodo piantato in mezzo alle sopracciglia
- Le dita si strinsero due o tre volte attorno al binocolo come le zampe di un ragno in agonia
- Il letto a baldacchino pareva ancora più enorme sotto il basso soffitto, come una stanza nella stanza o una gabbia per qualche misterioso, incorporeo animale.
- Il tono era quello di chi ha ascoltato fino in fondo due venditori di enciclopedie
- restò perfettamente immobile, il labbro preso tra i denti come un dito in una porta
- Ormai, era come picchiare su un gatto schiacciato sull’autostrada.
martedì 30 aprile 2013
Le metafore di Fruttero e Lucentini ne La donna della domenica
Se esistesse o fosse esistito, come per la satira, un premio
nazionale per la metafora, sicuramente Fruttero e Lucentini sarebbero
andati più e più volte almeno in nomination. Ho provato a raccogliere le
metafore che ho trovato ne La donna della domenica:
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