Poesie di...
Yanez
Fragile
Passeranno le pene dal cuore
ma non la vergogna
di un
mentire
al quale consegnata
abbiamo
la nostra fragile
anima.
Travolti da rapide
parole
quelle d'amore
che
nel nostro cuore
fioriture
di primavera
delicate
e
lievi
posero.
Ora,
nessun credo
più
muoverà
la nostra sottile mano
per carezzare
un
immaginario
volto
nessun bacio
rivolto
a labbra socchiuse
timorose
le
nostre
speranze
dormiranno
e
solo
nel sogno
carezzeremo
l'Amore
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L'abbandono
Caro,
mi sarà
quell'ultimo bacio
mentre
stancamente
cercherò
i tuoi occhi,
i miei occhi,
chiusi sipari
ora
che l'atto è finito
ora
che si tende
l'orecchio
a cogliere l'applauso,
sarò stanco
lo sò,
neppure il tempo
per un inchino
raccoglierò
solo
il tuo sorriso
per me
il più bel cielo.
Caro,
mi sarà
raccogliere
delle
stelle il luccichio
che
come un bimbo
del
buio
avrò paura,
accarezzami il capo
allora
tenero sarà
l'abbandonarsi.
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IL SOGNO DI DIO
Com'è straziante
lo scorrere lento
del tempo senza fine
nella mia solitudine
di parole
di forme
di memorie.
Fluttuando attraverso
le sfere del tempo
e del pensiero
dove tutto è niente
dove un secondo è un secolo
o neppure il tempo per capire.
Se almeno la memoria
ritenesse opportuno trasmettere
di me l'immagine
che si è persa
come di stelle morenti
vaganti il mare del nulla.
Io,nessuna forma assunta
puro pensiero
mi parlo e mi rispondo
compagno di me stesso
nella confusa assenza
che è il nulla
assente il tempo
assente la materia
assente la memoria.
E' nell'alba di un sogno
che ritorno alle chiare memorie
mi parlo e mi rispondo
ma con facce diverse
mi amo,mi uccido,rinasco
uomo e animale
albero e sasso
montagna e oceano.
Io sono questo e altro ancora
nel prolungato sognare
che al risveglio
disciolta la magia
riprendo a fluttuare
nella mia solitudine
nessuna forma assunta
mi parlo e mi rispondo.
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SPECCHI
Volti presi in prestito,
parole ripetute
Nasco uno e divento molti
sulla mia strada
avvicino chi mi somiglia
o
divento
simile a chi mi affascina
Alla fine della mia giornata
non sarò altro
che
un riflesso
questo accadrà
nel mentre
il mio vero essere
nuova dimora
abiterà
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Di Là
Di là,
ove l'eterno movimento
quieta l'animo,
di là,
ove la bruma mattutina
trafitta
dai dorati raggi,
regala nasciture forme
sempre novelle a vedersi.
Di là,
oltre quel crinale
mi sentirò
solitario
cielo,
una sola nuvola
mi
percorrerà
leggera e maliziosa
infantile gioco
quello,
di
dargli una forma compiuta
immagine compresa.
Di là,
oltre gli alti boschi
ascolterò
la voce del vento
il canto sorgivo di primavera
che
scorre verso valle,
il grido di un aquila in amore.
Di là,
avrò il tempo
per
accorgermi
di
quanta fortuna
mi
è
stata concessa.
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Rami d'amore
Rami d'amore,
tue braccia che stringono
i mille cieli
che portano il tuo nome.
Danza
vestita di bellezza
leggera come
l'aria mattutina
danza
le prime luci del giorno
davanti
a un sole
che ti rende
splendida,.
Qualunque sia il tuo destino
è tuo
quell'eterno
movimento
che dona la vita,
tu
sei l'albero
che dona i frutti,
tuoi
i rami d'amore.
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I bambini (piccoli adulti)
Giocano e il rumore delle voci
il rumore delle risa
lo schiamazzare totale
li accompagna.
Non protagonisti,mai lo saranno
giocano
non c'è nulla di strano
è l'età del gioco.
Giocano non senza regole
esse non sono scritte
ma impresse nei loro occhi
regole severe,cattive
ma ci sono
da sempre.
Giocano i bambini ( piccoli adulti)
dalle case umide e strette
e buie e vecchie
per scale traballanti
corrimano non li aiutano
nella discesa verso la luce
non ci sono qui
madri premurose
che li stringono al seno
a proteggere l'innocenza.
Giocano con quella solita voglia
che li prende
quando si riuniscono
e mescolano la voglia di vita
che tutti portano
come unica ricchezza.
Giocano anche se non arriva
il compagno di ieri,
incuranti di defezioni
più o meno naturali
preoccupati solo di vincere
per se stessi
non per una squadra
le regole sono severe
e prevedono vincitori
o umiliati sconfitti
con il moccio al naso
sempre più lungo
da tirare sù.
Giocano e il rumore delle voci
il rumore delle risa
lo schiamazzare totale
li accompagna,
si tacciono solo
nel momento
dell'addio
quando risalgono i gradini
e
riprendono a visionare
carte geografiche
sulle pareti scrostate
indicando con un dito
l'isola della felicità.
Yanez
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